Chi siamo
Barbara e Fabrizio: «Il nostro amore al sapore di nocciola»
Avevano entrambi 15 anni quando hanno iniziato a recuperare un terreno in abbandono destinato a questa coltura. Oggi sono imprenditori e producono anche creme e gianduiotti
Il loro è sempre stato un amore al gusto di nocciola, un sentimento e un frutto secco a indicazione geografica protetta. La storia di Barbara Bottero e Fabrizio Tomatis comincia presto, quando sono quindicenni e si svolge tra Carrù e Magliano Alpi nel Cuneese. Anche se per essere più precisi bisogna dire che l'indirizzo giusto sono i campi di nocciolo che crescono da decenni in questa parte del Piemonte a ridosso della Francia. I due, allora ancora ragazzi, ricevono in dote il terreno un po' dissestato di una zia che sino a qualche tempo prima era destinato a questo coltura. Se gli adulti si rifiutano di sacrificarsi per rimettere in sesto gli alberi e riprendere così la produzione della nocciola, Barbara e Fabrizio invece ci credono sin da subito. Anche quando terminano le scuole e iniziano le rispettive professioni di quel periodo, nel settore tessile lei, elettricista lui, il tempo libero e i fine settimana li trascorrono nel campo di Magliano Alpi.
«Ci siamo fatti prestare gli attrezzi, il terreno di appena tre ettari da malandato ha cominciato a dare segni di ripresa, così abbiamo pensato che la nostra scommessa - racconta Barbara - non fosse poi tanto folle. Pian piano, abbiamo acquistato i primi macchinari e altri terreni vicini, sino a decidere di lasciare tutto per amore di questo frutto. Adesso l'azienda è composta da 31 ettari, e i figli che sono nel frattempo arrivati, Stefano e Jenny, lavorano insieme a noi».
Il lavoro agricolo che nessuno voleva, insomma, è diventato il campo in cui il seme dell'amore ha dato frutti squisiti, trasformando una passione giovanile in un'attività anche commerciale, quella dell'Azienda Tomatis, che adesso si compone di uno spaccio, uno spazio per la degustazione, un laboratorio dove si può assistere alla lavorazione e in cui vengono preparati anche i vari tipi di cioccolato, le creme, i dolci semilavorati, le creme, i gianduiotti, la farina, i biscotti. «Sin da ragazzi, siamo sempre stati determinati nel credere di poter realizzare i nostri sogni di famiglia e di lavoro a contatto con la natura. Nemmeno il tumore di cui ho sofferto ci ha fermato - dice ancora Barbara -, e speriamo che il nostro possa essere un esempio per gli altri di come uniti, compiendo sacrifici e amando il paesaggio, sia possibile realizzare i desideri. Noi siamo innamorati veramente, l'uno dell'altro, ed entrambi di questa terra e della nocciola che è ricca di fibre, vitamina E e B6». È una storia, insomma, quella di Barbara, Fabrizio e delle loro nocciole, che fa proprio bene.
Dal Corriere della Sera - 29 novembre 2020